EMILIA BENVENUTA BERTOLLA

e

LA FONDAZIONE SCOLASTICA “LEGATO EMILIA BERTOLLA” – MOCENIGO DI RUMO

Storia e informazioni

La Fondazione: Ente morale

Si tratta di un Ente morale, intitolato Fondazione Scolastica “Legato Emilia Bertolla”, con sede nella frazione di Mocenigo del Comune di Rumo ed Ufficio amministrativo a Cles, presso lo Studio di un libero professionista scelto dal Consiglio di Amministrazione.

E’ attiva dal 1930 e giuridicamente riconosciuta con R.D n.1656 dd. 24.11.1932 (Gazzetta Ufficile del 02.01.1933,n.1)

La Fondatrice Emilia Bertolla

Fondatrice del “ Legato Emilia Bertolla “ fu appunto Emilia Benvenuta Bertolla. Nacque il 31 dicembre 1837 da Alessandro Antonio (27.12.1782) ed Elisabetta Zorzi, nella frazione di Mocenigo del Comune di Rumo in Provincia di Trento, allora inglobato nell’ Impero austro-ungarico.

Tredicesima di 15 figli, rimase nubile e probabilmente stette in famiglia. Seguì il padre o qualche fratello nell’emigrazione nelle cosiddette Province italiane. Prima forse a Venezia, da ultimo certamente a Guastalla in Provincia di Reggio Emilia. Qui abitò in una casa signorile in via Gonzaga n.12.

Era “donna benestante”, tanto da permettersi la compagnia di una donna di servizio, Amadea Zani. Godeva della vicinanza affettuosa dei parenti, ivi emigrati: i nipoti Domitilla Bertolla del 1871, figlia della sorella Vittoria; Antonio Bortolo (Tonele) del 1878 e forse Amedeo Riccardo del 1881, figli del fratello Giov.Batt.Antonio del 1827 e il cugino Amedeo Bertolla, citati nel testamento.

A Mocenigo di Rumo, dove erano rimasti parte dei suoi fratelli e parenti, ritornava specialmente d’estate, ospite della sorella Vittoria e del cognato Giorgio, che gestivano lo. Stabilimento di acque termali, denominato “I bagni”.

In questo borgo emiliano, dove andavano a farle visita i parenti emigrati a Carpi (MO) e in altri centri della regione, morì il 23 febbraio 1926, alla veneranda età di 89 anni.

Il Testamento: lascito di beni immobili e finanziari.

Il 20 giugno 1920 scrisse di suo pugno il testamento, presentato al notaio due giorni dopo la sua morte, dalla nipote di fiducia Bertolla Domitilla. Fu infatti consegnato e accettato il 26.02.1926 e registrato il giorno 8 del mese successivo.

Ricordatasi di chi le volle bene, stabilì di lasciare due immobili a Venezia( negozio ora 1/3 del Bar Aurora) in Piazza S.Marco, n.48, un magazzino di scarso valore in Calle Dell’ogio 3131, sestriere Castello) e una cospicua somma dei suoi risparmi, per creare il fondo di dotazione di una Fondazione scolastica , o “Pio Legato”,come si diceva allora. Essa aveva come fine quello di erogare in perpetuo borse di studio annuali ai discendenti dei suoi fratelli e sorelle, promuovendo così la loro istruzione culturale e formazione professionale , dai livelli più bassi a quelli più alti. Auspicava quindi per loro un lavoro qualificato e conforme alla loro indole ed ai loro sogni. Probabilmente intendeva evitare che anch’essi dovessero prendere le strade dell’emigrazione per necessità.

Fu certamente una scelta che dimostrava tutto il suo affettuoso attaccamento alla famiglia ed al paese d’origine: Mocenigo di Rumo. Ma anche la sua lungimiranza. Infatti non lasciava un capitale, che poteva esser sperperato o investito a fini personali dagli eredi, ma un tesoro che col tempo sarebbe aumentato e soprattutto usato per garantire in perpetuo un futuro migliore alle nuove generazioni.

Storia della Fondazione dal 1930

Creazione e Statuti.

La fondatrice nominò esecutore testamentario Giovanni Marchesi/vendri (1856-1947), che il 25.06.1930, presso la canonica di Lanza- Mocenigo, con il Presidente designato , il Parroco pro tempore don Antonio Potrich “dichiarano istituita la fondazione perpetua denominata Legato Emilia Bertolla” e ne costituiscono il primo Statuto.

L’erezione ufficiale della Fondazione avvenne con la pubblicazione del secondo Statuto con R.D 24.11.1932,n.1656. Aggiornamenti allo Statuto furono fatti con deliberazione n.5834 della GP di Trento il 13.06.1980 e n.9333, sempre della GP di Trento, il 4.10.1985.

Scopo.

Lo scopo della Fondazione fu ed è quello di elargire borse di studio annuali e per tutta la durata degli studi agli aventi diritto, che frequentino Scuole-Centri-Istituti di Formazione professionale e di Istruzione superiore di qualsiasi indirizzo, una Università, Corsi di Alta Formazione, Perfezionamento, ecc., fino all’acquisizione della qualifica di studio, ma soprattutto della professione

Autofinanziamento.

Essa si finanzia con le rendite degli Immobili, per ora ancora quelli iniziali di Venezia, e degli investimenti sicuri dei risparmi capitalizzati.

I discendenti e beneficiari: 5 gradi.

1°- 3°) Discendenti maschi in linea maschile e femminile dei fratelli e sorelle di Emilia Bertolla

                Per volontà testamentaria di Emilia Bertolla, e come rimase immutato in tutti gli Statuti, i titolati a beneficiare delle borse di studio sono “in ordine al diritto di prelazione” e quindi con priorità, ma a condizione che siano ritenuti “meritevoli” dagli “amministratori” :

1°.  I discendenti maschi del fratello [Gio.Batta] Antonio del 1827 e sposato con Torresani Maddalena;

2°.   I discendenti maschi della sorella Vittoria del 1832 e sposata con Bertolla Giorgio (1827-1904) ;

3°.   I discendenti maschi, anche in linea femminile del ramo del padre della Fondatrice [Alessandro] Antonio Bertolla(n.1782) sposato con Zorzi Elisabetta, e cioè i discendenti maschi dei fratelli e sorelle di Emilia

Quindi appartengono al 3°,oltre ai prediletti e preferiti di 1°e 2°grado, i prescelti fra i :

  • i discendenti maschi in linea femminile di Giov.Batt. Antonio(anche 1°grado): in Emilia-Romagna e forse estero:
  • i discendenti maschi in linea femminile di Vittoria e Giorgio Bertolla (anche 2°grado) : a Rumo e in Trentino, in Veneto, in Lombardia, in Emilia Romagna, in Piemonte, in Basilicata, in Sicilia, all’estero.

Anche i discendenti delle sorelle di Emilia :

  • Elena Costanza Agata (n.1817), sposata con Marchesi Bortolo a Lanza di Rumo: in Veneto, in Friuli, in Lombardia ed all’estero
  • Maria Maddalena (n.1823), sposata con Cordin Pietro a Fondo (TN) : in Trentino-Alto Adige /Sudtirol
  • Elisabetta Gertrude (n.1831), sposata con Bertagnolli Giovanni a Ronzone(TN): in Alto Adige-Sǘdtirol

4°- 5°) Studenti di Rumo

 All’art.11 dello Statuto del 1932 e successivi è stabilito che, nel caso di “estinzione” dei discendenti maschi dei tre rami Bertolla sopra citati, le borse di studio “ andranno devolute a favore di giovani di Rumo che si dedichino agli studi: in primo luogo a favore di giovani appartenenti al Circondario parrocchiale di Lanza-Mocenigo ed in secondo luogo a giovani appartenenti al circondario parrocchiale di Marcena-Rumo. Disposizione riportata in tutti gli Statuti successivi.

 Fino ad ora però non si è mai presentata la possibilità di applicarla, per l’esistenza di discendenti dei fratelli e sorelle di Emilia.

Albero genealogico

La Fondazione possiede un primo albero genealogico allegato allo Statuto del 1930, un secondo redatto dal beneficiato don Luigi Bertolla di Carpi, che va fino alla quinta generazione e agli anni 1980, un terzo aggiornato fino al 2010 e ampliato alla linea femminile dal beneficiato rag.Carlo Bertolla pure di Carpi.

Per consentire un aggiornamento continuo dei nominativi e dei dati il prof.Angelo Zanotelli di Mocenigo l’ha riscritto, aggiornato e ampliato digitalizzandolo in formato excel. Serve all’Amministrazione e all’Ufficio anche per verificare l’attendibilità dei dati forniti da chi partecipa ai Bandi annuali di concorso.

Per la legge sulla Privacy, contendo dati sensibili delle persone viventi, rimane riservato, tranne la parte storica riguardante i dati delle generazioni di aventi diritto ormai morti da tempo ( decorsi 103 anni dalla nascita dei singoli nominativi scritti nell’albero genealogico secondo quanto vale per il sito “Nati in Trentino”) e che costituiscono i capostipiti dei rami successivi. E’ pubblicata sul presente sito www.fondazionebertolla.org.

L’Ufficio è però disponibile a fornire alle singole famiglie o persone, che ne hanno o pensano di averne diritto notizie esclusivamente riguardanti la ricostruzione del loro ramo.

Spetta ai discendenti dell’ ultima generazione dei beneficiari, che esercitano la potestà genitoriale, l’esclusiva responsabilità ed avvertenza di provvedere a segnalare la nascita di maschi e femmine, sia in linea maschile che femminile, che continuano le discendenze dal padre della Fondatrice Alessandro Antonio Bertolla, all’Ufficio amministrativo della Fondazione, secondo le modalità previste dal Regolamento, affinchè esso provveda a tener sempre aggiornato l’albero genealogico.

Requisiti per beneficiare delle borse di studio

Frequenza nel sistema scolastico italiano.

Gli aventi diritto a presentare la domanda, per ottenere l’assegnazione della borsa di studio, dovrebbero essere quelli che frequentano in Italia, come previsto in tutti gli Statuti, a partire dal primo del 1930, nei quali si dice appunto che “per ragioni di controllo da parte degli amministratori gli studi devono esser fatti presso istituti posti entro un territorio precisato da essi di volta in volta”. Disposizione che alla prova dei fatti si è dimostrata preveggente. Questo dovrebbe significare che gli aventi diritto residenti all’estero possono sì beneficiare delle borse di studio, ma a questa condizione.

Buon profitto e onorevole condotta

Aver diritto alla borsa di studio non significa ottenerla. Il singolo studente deve “dar prova” di esserne meritevole per profitto e condotta disciplinare e sociale, non solo sulla base delle valutazioni riportate, ma del giudizio esclusivo e insindacabile degli amministratori della Fondazione.

Lo stabiliscono  insistentemente e ripetutamente il testamento di Emilia ( ben 4 affermazioni); gli stessi Amministratori, anche con le loro interpretazioni, scelte e decisioni: nel primo Statuto del 1930 ( in 7 passi), in quello del 1932 e modifiche ( 4 art.), nei Consigli di amministrazione succedutisi dal 1930.

E’ scritto che, per volontà esplicita della Fondatrice, devono “ a giudizio degli Amministratori [esser] ritenuti veramente meritevoli e per tutto il periodo di studi tenere “sempre una condotta onorevolissima, a giudizio soltanto degli Amministratori stessi “. Ed inoltre “ Lascio pienamente liberi gli amministratori di fissare di anno in anno ed in proporzione alle rendite il numero di coloro che dovranno esser beneficiati, tenendo presente che il sussidio dovrà possibilmente durare fino a che detti giovani abbiano terminato il loro corso di studio ed appreso il mestiere e la professione.

Valutazioni e punteggi.

                Il Regolamento attuale prevede la frequenza assidua, una valutazione con la media di 70/100 per le Superiori di ogni tipo e 24/30 per i corsi universitari. Dove previsto, un voto di condotta pari o superiore a 9/10, altrimenti attestato mediante autocertificazione.

                L’importo della Borsa di studio viene stabilita, dal Regolamento, in base a parametri, che tengono conto del ciclo di studi, della collocazione delle Scuole ed Istituti di Formazione Professionale e di Istruzione superiore , delle Università e Scuole di alta Formazione ecc. in località d’Italia che permettano la dimora nel luogo di residenza, quindi con il quotidiano raggiungimento della famiglia o costringano a dimorare lontano da casa propria o della famiglia.

                Fin dal secondo Statuto del 1932 è prevista una deroga per "i beneficiari appartenenti alle categorie protette, svantaggiate e ai portatori di handicap”.

Bando di concorso annuale

Il Bando annuale del concorso, per la domanda di concessione delle borse di studio da parte dei possibili beneficiari, viene pubblicato sul presente sito della Fondazione scolastica “Legato Emilia Bertolla”
(www.fondazionebertolla.org) e, per gentile concessione dell’Amministrazione, anche sul sito del Comune di Rumo
 (www.comunerumo.it). In linea di massima entro la fine di novembre del calendario del nuovo anno scolastico e accademico. Per informazioni rivolgersi all’Ufficio Amministrativo temporaneo, che è e sarà presso lo Studio di un libero professionista a Cles (attualmente lo Studio Trivium, via Ruatti, 21 - 38023 Cles (TN), tel. e fax +39 0463 423100,
email:Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.).

Beneficiati del passato e possibili beneficiari del futuro.

                Il primo studente a beneficiare della borsa di studio fu nel 1931 don Luigi Bertolla di Carpi. A seguire fino ai nostri giorni molti discendenti Bertolla, Baldessari, Bertagnolli, Boni, Bossini, Diacci, Di Mauro, Marchesi/andei, Oliviero, Ploner, Torresani, Tosolini, Vellani, Vender, ecc.. Quasi tutti residenti fuori Rumo.

                In futuro oltre a discendenti Bertolla i seguenti: Albano, Amoretti, Andreis, Bacca, Baldessari, Beatrici, Bertagnolli, Bertolini, Bonaccorsi, Bonino, Borghesi, Bultrini, Camia, Caronna, Carrara, Chimera, Culacciati, Daneluzzo, Fedrigoni, Fusetti, Giuliani, Marini, Melis, Moggio, Morandini, Neri, Nicolis, Oliviero, Orlando, Paris, Piedilato, Ploner, Prandi, Rigatti, Ruggiero, Sacchi, Salvadori, Silvani, Tosolini, Vender, Zambiasi, ecc.ecc. Quasi tutti residenti fuori Rumo ( per elenco completo cfr.sito della Fondazione).

Amministrazione.

Per disposizione della fondatrice deve essere amministrata da un consiglio di amministrazione (CdA) composto da persone scelte dalle tre Istituzioni fondamentali della comunità di Rumo: dalla e nella Parrocchia di Lanza e Mocenigo, dal Comune di Rumo, dall’ Istituto scolastico comprensivo di zona. Esse devono operare senza vincolo di mandato. Esse devono cioè agire come persone singole, e non come rappresentanti dei due Enti, ma nemmeno dei discendenti aventi diritto, e per forza maggiore al di sopra ed al di là dei loro personali interessi, rapporti, idee, pregiudizi. Insomma in modo imparziale e giusto, mirando esclusivamente al diritto dei beneficiari, regolato dal Testamento della fondatrice, dallo Statuto e dal Regolamento, ed a quello della Fondazione, che deve durare “ in perpetuo”.

Il testamento recita infatti: la fondazione deve avere ” amministrazione autonoma,indipendente cioè da ogni ingerenza comunale, della Congregazione di Caritàed altro Ente

Se la fondazione deve durare in eterno il CdA è tenuto a garantirne il patrimonio, a mantenerlo, tutelarlo e curarlo come il buon padre di famiglia di antica memoria, ad aumentarlo attraverso investimenti finanziari ed immobiliari, che assicurino una rendita annuale sempre disponibile, per l’erogazione di borse di studi, non solo ai familiari di Emilia, ma anche ai giovani di Rumo.

Gli statuti del 1930 e del 1932 confermarono amministratori in ordine di priorità, come stabilito nel testamento della fondatrice: 1°.il Parroco pro tempore di Lanza, a cui affidava la responsabilità di gestione e di tenuta dell’Ufficio amministrativo, l’Archivio; 2°. il sig. Marchesi Giovanni/vendri e dopo la sua morte il Capo Comune/Sindaco del Comune di Rumo.

                Con la modifica statutaria del 1980, dovuta all’intesa fra la Curia diocesana di Trento ed il sindaco di Rumo rag.Pio Fanti, cambiò l’ordine e la funzione-responsabilità dei membri del Consiglio, che aumentò di un consigliere. Essa stabilisce che il CdA sia “composto: 1°. dal Sindaco del Comune di Rumo - che ne è di diritto il Presidente; 2°. dal sacerdote addetto alla chiesa parrocchiale di S. Vigilio in Lanza e Mocenigo; 3°. dal maestro fiduciario delle Scuole elementari di Rumo”.

                 Nel 1985 il nuovo Statuto, tuttora vigente, cambiò la composizione dell’organo amministrativo: “1°. il Sindaco pro tempore del Comune di Rumo; 2°. un membro laico nominato dal Consiglio parrocchiale di Lanza-Mocenigo;3°. il Direttore Didattico competente per zona o suo delegato”.

La modifica fu dovuta anche all’applicazione dello Spirito del Concilio Vaticano II, che invitava la Chiesa a togliere i sacerdoti dalle Direzioni degli Enti non strettamente ecclesiali.

Tuttavia ha prodotto un vulnus nella volontà testamentaria di Emilia e nella sua fedele applicazione da parte del curatore testamentario e suo uomo di fiducia il sig. Giovanni Marchesi (Statuti 1930 e 1932), trasferendo la Presidenza dal radicamento nella Parrocchia a quello nel Comune.

L’introduzione nell’organizzazione delle Chiese locali dell’Unità Pastorale di zona, da noi quella di S. Maria Maddalena, comprendente oltre le due Parrocchie di Rumo, la S. Vigilio di Lanza-Mocenigo e quella della Conversione di S.Paolo di Marcena-Mione e Corte Inferiore, insieme alle quattro del Mezzalone richiede una nuova modifica.

Il membro laico in conto alla Parrocchia di Lanza-Mocenigo, in seguito alla sostituzione del Consiglio pastorale parrocchiale con quello dell’intera UP, dovrà esser scelto dal Consiglio Parrocchiale per gli Affari Economici di questa Parrocchia: un organo di Diritto canonico e quindi permanente, al di là di futuri allargamenti o cambiamenti dell’ UP.

La modifica si impone anche per adeguarsi ai cambiamenti del sistema scolastico e formativo italiano, alla difficoltà del CdA di star aggiornato sui sistemi scolastici dei Paesi esteri e sulla ramificazione generazionale degli ipotetici beneficiari sparsi in molti Stati europei e del Mondo.

Il CdA per la gestione si avvale di un Ufficio amministrativo, in cui deve esser conservato anche l’Archivio. Come prevedeva lo Statuto del 1930 fino al 1977 si identificava con l’Ufficio parrocchiale di Lanza-Mocenigo nella persona del parroco pro tempore e di un suo collaboratore ed era sottoposto alla vigilanza della Curia diocesana e poi della Giunta Provinciale.

Col 1978, per senso di responsabilità degli Amministratori, in particolare del Sindaco pro tempore di allora (1973-1983) rag. Fanti Pio, che si adoperò per dare al CdA maggior efficienza, trasparenza, ed autonomia, fu trasferito, con il relativo Archivio, presso lo Studio di un libero professionista, da allora il rag. Giulio Zanoni di Cles, che per tutti questi anni ha supportato con competenza e passione il CdA nella gestione amministrativa.

Il Cda deve attenersi alle linee direttrici, esposte con chiarezza, precisione, insistenza : nel Testamento della Fondatrice, nello Statuto e nel Regolamento in vigore. Questi ultimi due sono, come ribadito sopra, soggetti a possibili adattamenti ai sistemi formativi, giuridici e istituzionali, che mutano nel tempo, ma anche all’esperienza storica dello stesso CdA e dell’Ufficio Amministrativo

La regola aurea, per il CdA ed ognuno dei tre amministratori, è però l’attenersi con scrupolo e responsabilità alla continuamente ribadita volontà della fondatrice Emilia Bertolla, che essi siano pienamente liberi di operare in assoluta indipendenza e imparzialità di giudizio e da qualsiasi condizionamento dei beneficiari, degli Enti, del loro ruolo sociale, di vincoli di parentela e amicizia, delle proprie opinioni, pregiudizi, interessi. Quindi senza alcun vincolo di mandato

Ufficio Amministrativo a Cles.

La sede dell’Ufficio Amministrativo è e sarà presso lo Studio di un libero professionista di Cles, attualmente presso lo Studio del rag. Giulio Zanoni, via Ruatti, 21, 38023 Cles (TN) tel. e fax +39 0463 423100 - email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. e sito  www.fondazionebertolla.org

CURIOSITA’

La famiglia Bertolla/Toneli di Mocenigo

Il padre Bertolla Alessandro Antonio (n.27.12.1782 e non ancora scoperto dove e quando è morto) apparteneva alla famiglia più intraprendente e famosa del paese e del Comune, non solo nelle Valli del Noce ed in Trentino, ma anche in Austria (allora ancora Impero Austro-ungarico) ed in Italia. Ora anche in USA

A proposito del cognome della famiglia Bertolla è interessante notare che fino ad Alessandro nel 1782 sui registri dei nati e dei morti (Archivio Parrocchiale di Marcena/APM) viene scritto con una “Elle/L” soltanto e cioè Bertola o Berthola. Solo successivamente con due Elle/LL, cioè Bertolla, mentre nei testi, sui libri e sugli orologi di Bartolomeo Antonio (1702-1789) in poi fin dal 1763 viene scritto con due (Bertolla).

Gli orologiai Bertolla

Fra gli ascendenti, i familiari ed i parenti di Emilia, si annoverano anche alcuni orologiai.

Il più conosciuto addirittura a livello intenazionale è Bartolomeo Antonio Bertolla (1702-1789) nato e morto a Mocenigo di Rumo.Su di lui esistono diversi studi e pubblicazioni, ultima quella a cura di Antonio Lenner e Roberto Pancheri  “Le geniali creazioni di Bartolomeo Antonio Bertolla e Francesco Borghesi”, 2005, Edizioni Pancheri Trento. In internet si trovano diversi siti a lui dedicati.

Andò ad imparare il mestiere a Sankt Poelten in Austria (regione della Bassa Austria fra Linz e Vienna), distante oltre 600 km ( con i collegamenti stradalii attuali). Andata e ritorno con cavalli o mezzi da loro trainati! Conseguì il diploma di qualifica il 27 dicembre 1722.

Tornato a Rumo si dedicò alla costruzione di orologi da campanile, quindi da camera come pendole a cassa lunga, orologi da mensola, ecc. Operò nelle Valli del Noce, a Trento (Torre civica e Principe vescovo), Verona, Venezia (Torre dell'orologio) e Vienna ( Imperatrice Maria Teresa). Rimase celibe. A Rumo incontrò il matematico, filosofo e astronomo don Francesco Borghesi di Mechel (1723-1802), dove fu per un periodo primissario (sacerdote che poteva solo celebrare messa). Strinsero amicizia ed insieme formarono una società di fatto per progettare e realizzare orologi astronomici o astrari. Il primo nel 1763. A cui ne seguirono molti altri.

Le sue opere più importanti sono gli orologi esposti al Museo della Scienza e della tecnica di Milano,dove fu trasferito ed è tuttora esposto il laboratorio, al Museo Diocesano Tridentino (quest' ultimo costruito per il vescovo Cristoforo Sizzo de Noris), al Museo del Castello del Buonconsiglio di Trento, presso l'Accademia degli Agiati di Rovereto e presso collezioni ed abitazioni private.

                Un secondo orologiaio fu Giovanni Battista Carlo (n.8.04.1742 e m. il 4.12.1809 a Riva (ripa) e lì sepolto (APM), figlio di Aliprando Antonio (.26.01.1705 + 9.03. 1803?), che era fratello del più celebre Bartolomeo, e di Tevini Antonia. Finora non sono state trovate tracce della sua attività.

Un terzo orologiaio Bertolla è Alessandro Giovanni  [n. 27.12.1782 e m. 17.08.1849 all’età di 66 anni nella Parrocchia della Basilica di S. Marco a Venezia (APM3.12.3.b.3)] e figlio di Antonio Alessandro (n.27.11.1745) e Beltrame M. Maddalena. Era fratello del padre di Emilia e quindi suo zio paterno. E’ l’Alessandro traduttore dal francese del testo tecnico sugli orologi di Ferdinando Berthoud e pubblicato a sue spese a Venezia nel 1817 (pag.89-93 e nota 7 pg.96 testo Lenner-Pancheri, ma per date di nascita e morte APM 3.2.2 e 3.12.3.b.3). In quella città, secondo le fonti citate, svolgeva attività di produzione, importazione, assemblaggio e vendita di orologi. Uno si trova al Museo della Scienza e della tecnica di Milano. Altri in collezioni ed abitazioni private anche a Rumo

Forse è suo il ritratto, pubblicato su vari testi e nei siti internet, di un uomo giovane e distinto.’

Un quarto o quinto orologiaio è Alessandro Mattia Antonio, celibe, nato il 28.06.1822 e morto il 26.12.1887 a Mocenigo. Imparò il mestiere a Vienna. Riparava soprattutto orologi da campanile nelle valli trentine Aprì negozio a Mezzolombardo. (Pancheri Roberto op.cit.pg.93-95).

 

L’origine degli immobili e del capitale finanziario ereditati da Emilia e donati alla Fondazione

Questo è un tema tutto da sviscerare. Una ricerca storica per gran parte da fare, anche se non manca qualche traccia: nei libri e articoli scritti nel tempo sugli orologiai Bertolla, nella memoria dei parenti abitanti a Rumo, Verona e Carpi, nella leggenda tramandata subito dopo la morte di Emilia a riguardo del fratello Giov. Battista Gius. (*7.03. 1829 a Mocenigo+6.02.1870 a Guastalla), emigrato in Messico.

E’ fuori discussione che immobili e denaro provengano da qualcuno dei suoi antenati, i quali a Venezia possedevano anche un immobile di pregio del 1600: l’albergo Città di Milano, San Marco 590, che dista da Piazza San Marco di Venezia poche centinaia di metri. Secondo le testimonianze raccolte dalla viva voce di alcuni parenti nel 2013, in occasione della stesura di questo testo, sarebbe stato ereditato da parenti Bertolla emigrati nelle Americhe nella seconda metà del 1800 e dai loro discendenti. Persone che sono sempre rimaste in contatto, prima epistolare ed ora con i nuovi mezzi di comunicazione, con i parenti di Rumo. Nel corso degli anni sono venuti anche a far loro visita e per vedere i luoghi di nascita dei loro genitori e antenati.

Molti membri della famiglia Bertolla, oltre agli orologiai che si portarono fino a Riva del Garda, Vienna e poi a Venezia, dimostrarono e dimostrano la loro intraprendenza e senso degli affari.

Coloro che emigrarono in Emilia Romagna a Guastalla [Emilia forse con il padre Alessandro (n. 27.12.1782 e morto non a rumo), il fratello Giov. Battista Antonio n.3.06.1827, il fratello Giovanni Battista Giuseppe (*7.03.1829+6.02.1870 a Guastalla], cugini e nipoti citati sopra; a Carpi); in Basilicata; a Vienna, come Bertolla Rosa Agata n.1896; negli Usa, come Bertolla Giovanni Alessandro n.1897 (em. in Alabama), Giovanni Battista n.16.10.1774 (em. St. Louis), Alessandro Giovanni (*18.02. 1883+1926); le figlie ed il figlio di Alessandro n.1862 e Bonan Cecilia: Angela n.1888, Egilda n.1894, Adolfo n.1898, il figlio di Egidio Aldobrando n.1865 e Bonan/Bonani Cecilia Luigi n.1894; in Messico Giov. Battista Giuseppe (nato a Mocenigo 7.03.1829, forse emigrato in Messico ed ivi morto secondo alb. gen. don Luigi Bertolla, ma in APM registrato come morto il 6.02.1870 a Guastalla.

Interessante la leggenda che circonda la vicenda avventurosa, travagliata, ma alla fine più che fortunata, di  Giov.Battista Giuseppe, a cui abbiamo accennato sopra.

Secondo la tradizione familiare e popolare Giovanni Batt. Gius. non sarebbe morto in Messico. Ed infatti sul reg. morti in APM è dato per morto a Guastalla. In Messico sarebbe andato al seguito di Ferdinando Massimiliano d'Austria (Vienna, 6 luglio 1832 – Querétaro, 19 giugno 1867), nominato imperatore del Messico, col nome di Massimiliano I , dall'Imperatore francese Napoleone 3°. Regnò solo dal 1864 al 1867, quando venne fucilato. L' imperatrice Carlotta, figlia di Leopoldo I, re dei belgi, rientrò nel 1866. Dopo un breve periodo di tempo trascorso al Castelletto nel parco del Castello Miramare di Trieste, fu ricondotta in Belgio, dove visse sino alla morte, avvenuta il 19 gennaio 1927, al Castello di Bouchout a Meise.

Anche Giovanni sarebbe rientrato, forse al seguito dell’Imperatrice, portando con sè tre grosse pepite d'oro e denaro. Si sarebbe dato al commercio internazionale nel settore delle lane e dei tessuti comperando un negozio a Bolzano e gli immobili di Venezia. Celibe sarebbe vissuto con la sorella Emilia e forse il padre Alessandro, prima a Venezia e poi a Guastalla, dove morì.

Sarebbe stato lui a dividere l’eredità fra la sorella Emilia (negozio ora bar in Piazza S. Marco e magazzino a Venezia) ed i nipoti emigrati negli USA (Albergo città di Milano a Venezia, casa e proprietà a Mocenigo).

Il paese natale: Mocenigo di Rumo ( TN-Italia)

Ma in quale località nacquero tutti queste personalità della famiglia Bertolla? Forse in una città o borgata ricca di storia, cultura, vita sociale, istituzioni culturali e centri formativi, che offrono servizi ed opportunità di lavori anche qualificati?

Mocenigo e Scassio con Corte superiore è una piccola, ridente località montana, di poche centinaia di abitanti, della Valle di Rumo, in Valle di Non in Provincia di Trento (Italia).

Una Valle adagiata sul pendio del conoide formato dai torrenti Lavazzé e Pescara, che col fiume Noce, formano l’ampia e prospera Val di Non, oggi nota a livello internazionale per la produzione di mele. Essa è deliziosamente situata fra la corona di monti della catena alpina delle Maddalene e una amena distesa di abetaie e di verdi prati, aperta verso sud e baciata dal sole dal suo sorgere al tramonto. La vista spazia sull’ampia Val di Non, dalle Dolomiti di Brenta al lago artificiale di S. Giustina fino alla Paganella ed ai monti di Trento ( la città capoluogo). Gode di un clima più temperato di altri paesi della Valle, in inverno è ammantata di neve. Fin dal Medioevo è stata un polo di attrazione per i disboscamenti, l’agricoltura, la monticazione del bestiame, le miniere, le acque termali. Non solo per la popolazione locale, ma anche delle aree alpine e poi per i turisti e per i discendenti dei numerosi emigrati nelle altre regioni italiane.

“ Quattro castelli e una fila di case coloniche e signorili solide, ben costruite, con imponenti portali, talora ornate di stemmi delle casate nobiliari e signorili, di affreschi del 1400-1600., alcuni dei famosi pittori erranti Baschenis, provenienti dalla Val Brembana nel Bergamasco.

                Quattro chiese del 1500 in stile gotico-rinascimentale clesiano e ricche di opere d’arte a Marcena, Mione, Corte inferiore, Lanza. Altari lignei barocco-rinascimentali dorati e policromi pregievolissimi. Affreschi di diverso valore fra cui anche dei Baschenis . Preziosissimo quello dell’Utima Cena di Gesù con gli Apostoli nella chiesa di S. Udalrico a Corte Inferiore.

Statue lignee e tele raffiguranti Madonne e Santi, qualcuna di pregio come a Marcena la Conversione di S. Paolo del fiemmese Antonio Zeni (1606-1690), la Madonna dell’aiuto o Maria Hilf (copia di Lucas Cranach (1472-1553), il cui originale si venera nella cattedrale di Innsbruck. I Santi Fabiano e Sebastiano del promettente pittore Giovanni Marchesi di Mocenigo (1804-1835 formatosi a Venezia e morto giovane a soli 31 anni), San Paolo all’ aeropago e il martirio di S. Paolo di Matteo Tevini (Rumo 1872-Torino 1946 formatosi a Firenze e con decorazioni e pitture a tempera in molte chiese del Trentino).

                Nella chiesa di S. Vigilio ( vescovo fondatore della Chiesa episcopale tridentina morto nel 400 e quindi scelto come titolare per segnare il confine fra la parte italiana e tedesco-sudtirolese fino al 1965) a Lanza, la chiesa di Emilia Bertolla, la tela della icona della Madonna del Carmine, venerata da residenti ed emigranti fin dall’inizio del 1700 e invocata contro i danni della siccità e delle tempeste, per la salvezza delle anime del Purgatorio. Meta di pellegrinaggi anche da Proves e perfino Senale ( paesi anauni di lingua tedesca). La ricorrenza della sua Festa, la prima domenica successiva al 16 luglio, è da sempre un’occasione attesa per il rientro di emigrati dall’estero e dalle altre località del Trentino-Alto Adige/Sudtirol e regioni d’Italia.

Qui la campanella sopra la porta della sagrestia ricorda la famiglia Bertolla emigrata a Guastalla. Fu infatti donata da Bertolla Bortolo( n.1878 a Mocenigo e morto a Guastalla), nipote prediletto di Emilia, che l’aveva acquistata da un convento dismesso di Guastalla.

                Una chiesetta a Mocenigo, sorta nel 1910-11 come cappella dell’asilo-teatro-oratorio parrocchiale, e memoriale degli emigrati in Colorado USA e in Emilia-Romagna [campanella sul tetto del 1911 e tempere dei pittori-decoratori di Carpi f.lli Mazelli 1933, amici e conoscenti di Odoardo Focherini e della famiglia di Bertolla Albino (n 13.05. 1887 + 15.09. 1979.) e delle famiglie Baldessari ivi emigrate].

L’urbanistica e l’ arte di questa Valle sono “ testimonianza della ricchezza e anche del senso artistico degli allora signori” rinascimentali, ma anche della laboriosità e intraprendenza della popolazione. La presenza di miniere galeniche ha richiamato per secoli minatori, tagliaboschi, dissodatori, imprenditori, con conseguente sviluppo dell’agricoltura e dell’artigianato Nel 1900 si ebbe anche un certo sviluppo turistico grazie allo stabilimento “dei Bagni”, gestito dalla sorella Vittoria e dal cognato Giorgio di Emilia, frequentata dalla stessa Emilia, dagli emigrati, specialmente nelle altre regioni italiane, e dai loro discendenti e da numerose personalità.

Ricordiamo solo alcuni: don Luigi Bertolla(Mocenigo1921-Carpi 2003); il dott. Odoardo Focherini (Carpi 6.06.1907-27.12.1944 Campo di concentramento nazista di Hersbruck in Germania) martire del Nazismo e ora Beato; il dott. Giovanni Bonani (1853-1979: el medico dal Zili) irredentista deportato a Mauthausen durante la 1a guerra, poi antifascista durante la 2a, che salvò ebrei e partigiani; don Mario Bonani (1909-1978) parroco di Sasso Marconi e cappellano della IX Brigata partigiana Justa; i costituenti e poi senatore e membri dei governi ella Repubblica italiana Angelo Raffaele Jervolino (1890-1985), consorte Maria de Unterrichter (1902-1975) di Ossana in Val di Sole e la figlia, poi deputato, ministro e sindaco di Napoli, Rosa Jervolino Russo; il noto chirurgo e cattedrattico di urologia prof. Gèza Dell’Adami de Tarczal di Isera e Verona; il prof. universitario e ministro Alberto Clò di Bologna; il geologo prof. universitario Lauro Morten (1941-2006) pure di Bologna,ma grande studioso e promotore delle Maddalene; il campione europeo e olimpionico di marcia Abdon Pamich ( bronzo a Roma nel 1960 e oro a Tokio nel 1964).

Un percorso in ascesa fino all’età moderna, quando l’industrializzazione fece diventare la Val di Rumo terra di emigrazione verso le altre regioni dell’Italia, in Europa, nelle Americhe. Numerosa, e non per tutti fortunata quella nel Cile nel 1951, fra cui c’era la famiglia di Bertolla Egidio (Mocenigo 1899 - 1990 La Serena Cile ) pronipote di Emilia.

Ora Rumo è luogo ideale per il silenzio e la tranquillità, per le passeggiate in costa e sui rifugi e le cime delle Maddalene, per relazioni umane , data l’accoglienza e la giovialità degli abitanti.

Terra che diede i natali o le origini a non poche personalità: oltre agli artisti già citati, sono da ricordare gli orologiai Bertolla; Francesco Oberauzer (n. 17.06.1846 e m.11.11.1919) vicario della Diocesi di Trento; il vescovo ausiliare di Bologna e diocesano di Carpi Giovanni Pranzini (1875-1935), il medico chirurgo e radiologo dott. Giuseppe Bacca, fondatore e primario dell’ Ospedale infantile di Trento dal 1921 al 1959; il magistrato e musicista Luigi Pigarelli (1875-1964), compositore e armonizzatore di molte canzoni del famoso coro trentino di montagna, il coro della SAT Ultima curiosità: Rumo nei documenti e nelle carte geografiche talvolta appare scritto Runno, Rummo, Rum. (prof. Angelo Zanotelli, cons. CdA per conto della Parrocchia di Lanza-Mocenigo)

 

Alcune notizie sono state tratte dai testi seguenti e dalla viva voce di alcuni discendenti, che si ringraziano per i preziosi lavori e per la disponibilità: fogli cartacei dell’albero gen. di Marchesi Giovanni (solo capostipiti), di don Luigi Bertolla (parziale fino 1981) e del fratello Carlo di Carpi (parziale fino 2010; Registri "Legato scol. Emilia Bertolla - assegni (1930-1977)”,"Legato Emilia Bertolla - Sessioni d' Ammin. (1937-1977)”; sito “Nati in Trentino” e altri  siti internet; libri "Una famiglia..Bertolla" Zorzi"- ricordi e ricerche di Carlo Bertolla" pubbl. nel 2009; "Francesco Borghesi e Bartolomeo Ant. Bertolla - Anauniesi geniali del ‘700", Ed. Pancheri  Rovereto 1995, a cura del Comune di Cles; "Le geniali creazioni di Bartolomeo Ant. Bertolla e Francesco Borghesi", A. Lenner e R. Pancheri, Nuovi Studi , ed. Pancheri Trento, 2005; Registri e documenti in APM e APLM dei battezzati /nati ( 3.1.1-4 in APM e  2.1-2 in APLM), dei matrimoni (3.1.1-4 e 3.3.1-4 in APM e  2.2.1-2 in APLM) dei morti (3.4.1-4 e 3.1.4 in APM e 2.3.1 e 2in APLM) , dei morti fuori Rumo (APM 3.12.3.b.3) ; contatti personali con alcuni discendenti viventi  da parte del sottoscritto consigliere del CdA della Fondazione.

Per le foto ed i testi si ringraziano: Bertolla Carlo e Fanti Ugo, la Biblioteca Comunale di Rumo.